Dimenticate le pareti bianche dello Strand, i flash dei fotografi e gli incredibili inviti su carta da collezionare. La Settimana della Moda londinese si segue ora completamente on-line. Niente glamour nè esclusività, gli present sono accessibili a tutti sul sito ufficiale, basta soltanto aspettare l’orario previsto e ogni mezz’ora uno spettacolo diverso va in scena. Da oggi fino al 23 febbraio, 94 designer sfileranno virtualmente sulla piattaforma della London Vogue Week presentando un combine di collezioni uomo e donna in quella che è stata definita la prima settimana della moda gender impartial. La decisione di unire la settimana della moda maschile al calendario femminile, spiega la direttrice esecutiva del British Vogue Council Caroline Rush, è nata da un’esigenza di lasciare più flessibilità agli artisti nel creare collezioni e minimizzare gli spostamenti riducendo l’impatto ambientale delle manifestazioni.

Così, in una Londra serrata dal lockdown imposto da metà dicembre, the present should go on sul digitale. Alle 9,45 di questa mattina, la poetessa e attivista Kai-Isaiah Jamal ha inaugurato la cerimonia di apertura celebrando l’industria della moda inglese che nonostante i colpi subiti da Brexit e Covid-19 non si scoraggia, ma continua a ispirare il mondo “una cucitura alla volta”. Il calendario è molto vario, c’è chi presenta movie sperimentali dai caratteri noir come Debora Latouche, con il suo model SABIRAH, focus del DiscoveryLab, la sezione dedicata agli emergenti, e c’è chi ha deciso di trasmettere lo present reside come Bora Aksu. Emblematica del periodo che stiamo vivendo è la location della sfilata scelta dal designer turco, ovvero la Tate Britain, che fa da sfondo melanconico alle modelle bambole vestite di tulle rosa e azzurro mentre camminano nell’atrio deserto del museo chiuso da ormai due mesi. Tra gli spotlight della giornata ci sono due giovani promesse della moda britannica. La regina della sostenibilità e dell’upcycle Bethany Williams presenta una collezione di cappotti realizzati con coperte classic riciclate, recuperate in giro per l’Inghilterra.

Non solo, come designer Williams si impegna a costruire una società più equa e sostenibile e il 20% delle vendite andrà al The Magpie Challenge che aiuta donne e bambini senza fissa dimora. Chiude lo streaming Labrum, il model di Foday Dumbuya fondato nel 2015. Dalla Sierra Leone a Cipro fino a Londra, la firma di Labrum è “made by an immigrant” e combina forme sartoriali curatissime con elementi moderni inaspettati. Giallo e nero si mescolano su cappotti e camicie a balze per l’autunno-inverno ’21.

Tredici minuti di reside present in diretta dalla chiesa di St. Giles-in-the-Fields con musica dal vivo sono una lettera d’amore alla comunità black: la collezione dal titolo “St. Giles Blackbirds” racconta infatti la storia di marinai, soldai ed ex schiavi arrivati a Londra a high quality Settecento e stabilitisi nei pressi della chiesa ma presto dimenticati, quindi deportati in Sierra Leone. Emozionante e forte, e decisamente attuale, lo present dimostra l’importanza che la moda ha nel riflettere i tempi che vive rendendosi simbolo carico di significato per chi la indossa.