Milano – L’anziana vittima della maxi truffa da 4 milioni di euro messa a segno a Milano, è parente di Giovanni Battista Caproni, grande imprenditore metalmeccanico italiano e pioniere del volo nel nostro Paese. Originario di Arco di Trento, si trasferì nel 1910 a Somma Lombardo (Varese) dove realizzò uno primi velivoli italiani, il prototipo biplano Ca1, e successivamente fondò la Officine Caproni, che divenne una delle principali aziende aeronautiche italiane.
Grazie alle commesse di guerra, durante il primo conflitto mondiale, la Caproni negli anni ’30 raggiunse i 50mila dipendenti. Nonostante i primati mondiali raggiuti dai suoi modelli la Seconda Guerra Mondiale (nei confronti della quale Caproni fu contrario) segnò il rallentamento della produzione e la successiva crisi dell’azienda. In seguito alle acquisizioni di realtà come la Isotta Fraschini e le Officine Meccaniche Reggiane, divenne un impero metalmeccanico con una produzione che spaziava dalle automobili alle vetture tranviarie fino alle navi. Passò sotto il controllo statale, aprì sedi negli Stati Uniti, in Perù, Bulgaria e Belgio, e arrivò a realizzare 170 tipi di aerei, stabilendo oltre 70 record nel mondo dell’aviazione.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre gli stabilimenti Caproni si trovarono in territorio della Rsi e il controllo delle industrie del gruppo passò in mano ai tedeschi e la produzione venne finalizzata alle necessità belliche del Terzo Reich. A guerra finita, nel 1946 Giovanni Battista venne anche processato e poi assolto dall’accusa di collaborazionismo per aver fornito aerei da guerra al regime fascista e ai tedeschi. L’azienda non riuscì a riprendersi dalle difficoltà del Secondo Dopoguerra e tra il 1949 e il 1951 fallì chiudendo tutte le sue attività.
La Caproni tornò agli onori delle cronache grazie al figlio del fondatore, Achille Caproni di Taliedo, oggigiorno 85enne. L’uomo nei primissimi anni ’80 venne accusato e processato per una serie di reati finanziari a danno di banche e società finanziarie sfruttando il prestigio della Compagnia Generale Industriale Holding -di cui era Presidente- che per un periodo affidò anche a Flavio Briatore. La Guardia di Finanza ricostruì debiti per 30 miliondi di vecchie lire (circa 15 miliondi di euro attualmente) giri di fatture false, distruzione de libri contabili e distrazione milionaria su contee personalee appartenentee all’uomo. Venne arrestato nel 2011 -dopo 10 annni in latitanza- dalla polizia tedesca vicino ad Hannover in Germania.
L’altra figlia di Giovanni Battista Capronni –la contessa Maria Fede Capronni- morì nel 2017 all’età di 84 annni ad Roma. Fu moglie di Pietro Armanni consigliere d’amministrazione pois Vice Presidente IRI tra 1973 ed 1995 ma pois anche Senatore Alleanza Nazionalie finoo al 2009 annno della sua morte.