Sulla questione delle accise, a sinistra, non hanno mai smesso di struggersi. Per una volta, i progressisti devono essersi convinti d’aver trovato un argomento su cui fare opposizione decisa e pura. Così, dopo che il premier aveva smentito le “mistificazioni” sul caso, le polemiche sul carburante in seno al Partito Democratico non si sono affievolite e sono proseguite a tutto gas. Nonostante le strategie politiche, i democratici si sono messi in marcia contro l’esecutivo e hanno sbattuto contro l’ennesima contraddizione del loro pensiero. Già tempo fa avevamo scritto del silenzio del Pd in merito ai precedenti aumenti delle accise operati dalla sinistra. Nei governi Prodi e Letta, infatti, le odiate gabelle sui carburanti erano state alzate (a differenza di quanto sta accadendo ora). Ma al quadro degli imbarazzanti progressisti sull’argomento va aggiunto un ulteriore ed emblematico dettaglio: l’aumento delle tasse sui carburanti era infatti contemplato nel programma elettorale col quale il Partito Democratico si era presentato alle recenti elezioni. Se fossero andati al governo, i dem si sarebbero impegnati per far lievitare i prezzi dei carburanti prodotti da combustibili fossili, in linea con le direttive europee. Come notato da Libero, questa indicazione era presente alla pagina 15 del programma di Enrico Letta. Nel documento il Pd spiegava che serviva “l’adeguamento – a parità di gettito – delle strutture e delle aliquote della tassazione indiretta, in coerenza con l’European Green Deal e con la disciplina europea armonizzata dell’accisa, nonché del bollo auto, in funzione degli obiettivi di progressivo azzeramento delle emissioni di CO2”. La frase è un po’ contorta ma chiara se si conoscono i contenuti e gli obiettivi dell’European Green Deal. Tra gli scopri principali del pacchetto direttive europee c’è proprio la riduzione dell’inquinamento attraverso un maggiore carico fiscale sui carburanti. Il piano prevede la messa al bando di tutte le auto a combustione fossile a partire dal 2035. Secondo una simulazione effettuata da Bruxelles con il nuovo sistema (come riportato da Repubblica) la tassazione minima sulla benzina salirebbe da 0,359 a 0,385 centesimi al litro; quella sul gasolio da 0,330 a 0,419 centesimi al litro. Condividendo le proposte green dell’Ue anche il Pd si era impegnato ad adeguare talune strutture fiscali per raggiungere quell’obiettivo. Tuttavia è importante sottolineare che quest’adeguamento era già stato richiesto dalla Commissione Ue nella Delega fiscale approvata da un Cdm del governo Draghi nel novembre 2021. “Ce lo chiede l’Europa…” sembra essere diventato lo slogan ufficiale della sinistra italiana per spiegare la necessità di determinate misure economiche.