Il governo britannico sta valutando il proprio sostegno all’accordo nucleare iraniano dopo l’esecuzione sabato di Alireza Akbari, un cittadino britannico-iraniano accusato di spionaggio dal regime di Teheran. Fonti governative hanno confermato al Sunday Telegraph che “il panorama è cambiato in modo significativo” rispetto all’inizio dei negoziati, portando così il Regno Unito a riesaminare il suo coinvolgimento nell’accordo.
La morte di Akbari ha aggravato la situazione esistente a seguito della repressione interna da parte del regime iraniano e delle proteste che ne sono seguite per la morte di Mahsa Amini. In questo contesto, il Regno Unito ha giocato un ruolo chiave nelle trattative per il ripristino dell’accordo sul nucleare, allentando alcune restrizioni imposte al regime iraniano in cambio di limitazioni al suo programma nucleare.
Downing Street ha affermato che “tutte le opzioni sono in fase di revisione” e il Regno Unito ha sanzionato anche il procuratore generale dell’Iran, Mohamad Yafar Montazeri, per le recenti esecuzioni. L’Iran ha convocato l’ambasciatore britannico Simon Shercliffe come ritorsione.
Alireza Akbari era considerato da Teheran un agente dell’MI6 britannico ed era stato vice ministro della Difesa sotto l’ex presidente iraniano Mohammad Mohammad Khatami (1997-2005). Durante la detenzione, Akbari affermava di essere stato drogato e torturato e costretto a fare false confessioni.