L’opposizione tuona contro il governo e il decreto che pone le condizioni affinché l’Ilva possa tornare a produrre e quindi a guadagnare mantenendo l’occupazione. Complice la campagna per le primarie del Pd, persino i due candidati Stefano Bonaccini ed Elly Schlein diventano improvvisamente esperti siderurgici. Entrambi con l’unica, tipica, vetusta ideona di cambiare la governance dell’azienda con i propri candidati preferiti. Bonaccini afferma che le elargizioni di fondi pubblici senza una prospettiva programmatica, non sono la risposta adeguata al Paese. Invoca un piano strategico dell’acciaio con obiettivi di decarbonizzazione, uso intelligente dei fondi PNRR e Transizione Giusta, con l’intento di introdurre nella filiera produttiva i forni elettrici e l’impiego dell’idrogeno. Schlein chiede una presenza maggioritaria dello Stato per rimettere al centro un piano di conversione, giustizia per Taranto e benessere delle persone.
Il Pd torna a blablabla sulla vertenza Ilva, mentre Andrea Orlando – che ha deciso la cassa integrazione – oggi scende in piazza con i sindacati contrari alla cassa integrazione stessa. Intanto le istituzioni preposte ai controlli affermano che la qualità ambientale a Taranto è sotto i limiti di legge e Arcelormittal sta rispettando tutte le prescrizioni. La famosa dicotomia tra diritto al lavoro e diritto alla salute è stata risolta già anni fa dalla Corte Costituzionale nel rispetto dell’Aia e del Piano ambientale.