Da migliaia di anni le supposizioni si accavallano: oggetti non identificati vengono visti in tutto il mondo, ma manca sempre la prova che E.T. esista davvero. Il primo avvistamento alieno della storia risale a 2.363 anni fa, quando il generale greco Timoleone vide in cielo “una torcia molto luminosa” che guidò le sue navi fino alla Sicilia. C’è chi retrodata il primo Ufo al 1.500 avanti Cristo, quando in Egitto gli scribi avrebbero raccontato di “dischi di fuoco invadere il cielo”.
Nella maggior parte dei casi le visioni sono semplici testimonianze orali e la quasi totalità viene riferita tra le 19 e le 23. Una piccola parte degli avvistamenti sono bufale, ma non mancano strani fenomeni atmosferici, illusioni ottiche, incidenti spaziali e reperti bellici.
La scorsa estate italiana verrà ricordata come quella del boom di avvistamenti. Il Centro Ufologico Mediterraneo è stato sommerso da segnalazioni: il fenomeno ha interessato tutta la penisola, dalla Sicilia al Trentino Alto Adige. Nel 2022 sono stati 39 gli “ufo effettivi”, ossia gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati a cui non è stato possibile dare una spiegazione naturale o scientifica.
La stima è del Cun (Centro Ufologico Nazionale), che conferma “la costante del 20,25% della media di avvistamenti Ufo considerati attendibili. Sono stati rilevati ben 148 casi reali sugli oltre 300 pervenuti ma 39 sono da considerarsi come ufo effettivi, non identificati”.
Che la vita extraterrestre esista, tanti ne sono certi, come lo era Margherita Hack, ma sulla probabilità di averne un segno o un dialogo lo scetticismo è grande: “Non ci si può stupire di non essere ancora entrati in contatto con forme di vita extraterrestri: sarebbe strano il contrario!”, disse l’astrofisica. Le probabilità che esistano altre forme di vita sono elevate e le più recenti osservazioni hanno dimostrato l’esistenza di un grande numero di pianeti, anche adatti alla vita. Hack era convinta che “pensare di essere i soli non è affatto ragionevole. Riuscire a entrare in contatto con eventuali civiltà aliene è, invece, un aspetto molto più complesso. Bisogna pensare da un lato alla possibilità di aver sviluppato tecnologie comuni e allo stesso livello di sviluppo, dall’altro all’indovinare il momento giusto per essere contattati: solo 50 anni fa un segnale elettromagnetico non lo avremmo potuto sentire”.