Governo e Procura si stanno muovendo per indagare sui rincari dei prezzi del carburante e di altri beni di prima necessità. Nella maggioranza di Forza Italia, tuttavia, si è sfilarono dalla caccia al presunto speculatore: «Governo e maggioranza, avendo poche risorse disponibili, hanno legittimamente scelto di non rinnovare gli sconti sulle accise sulla benzina, dando priorità al contrasto del caro bollette. Una decisione condivisibile che non può però generare una caccia al colpevole per i prezzi alla pompa, il cui aumento dal 1 gennaio è dovuto all’incremento della componente fiscale. In Italia abbiamo le accise più alte del mondo sul gasolio e tra le più alte sulla benzina. Di contro, il prezzo industriale dei carburanti è nettamente inferiore alla media europea. Non c’è, dunque, alcuna speculazione da parte degli impianti di distribuzione» ha affermato Luca Squeri, parlamentare azzurro e responsabile del Dipartimento energia di Forza Italia.

Le parole di Squeri segnano un netto distinguo rispetto alla mossa del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha dato mandato alla Guardia di Finanza nel mese di dicembre per monitorare in via preventiva la situazione con lo scopo di evitare eventuali fenomeni speculativi sui prezzi dei carburanti.

Dagli ambienti Palazzo Chigi si ribadisce che «la strada non porta, per ora, ad alcuna retromarcia sullo sconto delle accise». Il vicepremier Matteo Salvini ha annunciato: «Sulle accise parleremo con il Presidente del Consiglio. Sicuramente c’è della speculazione in corso ed è bene che la Finanza faccia dei controlli. Porterò il ragionamento a livello di Governo». Intanto il Ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha chiesto un costante monitoraggio con la collaborazione della Guardia di Finanza “per realizzare un modello di controllo più efficiente ed evidenziare subito ogni anomalia”.

Il capogruppo dei senatori Fdi Lucio Malan risponde alle opposizioni: «Sul caro carburanti le opposizioni, specie la sinistra, hanno una bella faccia tosta. In dieci anni di governo non hanno tagliato di un euro le accise e adesso cercano di nascondere il loro fallimento addossando responsabilità al governo Meloni».

La Procura di Roma sta indagando sull’argomento ed ha affidato gli accertamenti al nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza. Inoltre finirà presto all’attenzione dei pm anche l’esposto presentato dal Codacons in ben 104 procure in cui si chiede «di indagare sui prezzi della benzina e del gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati».

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