Non c’è dubbio che Washington prema affinché Roma non si sottragga alla richiesta di inviare un sistema di difesa aerea Samp/T in Ucraina. Ciò, tuttavia, richiederà qualche settimana, dato che si tratta di apparecchiature ultra sofisticate che, con il corredo di missili, costano ciascuna 750 milioni di euro. Pertanto, l’invio non è così semplice come mandare un pacco su Amazon: occorre affrontare questioni logistiche, problemi tecnici e garantire la sincronizzazione con i partner europei.
Rispondendo alle accuse russe di fornire armamenti all’Ucraina, il ministro della Difesa italiano ha fatto notare come tali accuse siano del tutto false: l’Italia ha sempre rispettato le norme del diritto internazionale e si è interrotta la produzione di mine antiuomo più di 28 anni fa con una moratoria del governo italiano.
Tuttavia, l’escalation militare sembra essere inarrestabile e altri Paesi europei stanno considerando l’ipotesi di fornire armamenti all’Ucraina. L’esempio più lampante è quello del Regno Unito che sta valutando la possibilità di consegnare 10 Challenger 2. Di fronte a ciò, l’Italia e gli altri Paesi occidentali devono mostrare fermezza nella risoluzione del conflitto, ma allo stesso tempo essere preoccupati della situazione attuale.