George Santos: dalle bugie alle ipocrisie
Il deputato George Santos, repubblicano dello Stato di New York, è balzato all’attenzione nazionale per la sua serie di menzogne e falsità sulla sua vita. Il New York Times, con un articolo pubblicato il 19 dicembre 2022, ha messo in luce discrepanze tra le sue dichiarazioni e la realtà. Da lì in poi, le bugie si sono susseguite inarrestabili, intrecciandosi ad ipocrisie e millanterie.
Bugie sul curriculum
Durante la campagna elettorale, Santos aveva dichiarato di essere stato broker presso Goldman Sachs e Citigroup; ma i registri delle banche statunitensi non contengono alcun riferimento al suo nome. Neppure il Baruch College conferma che Santos si sia mai laureato presso l’università: i documenti sembrano smentire anche un master di Business and Administration conseguito presso la New York University.
Mentire sulla famiglia
Santos ha millantato in un podcast che i suoi parenti fossero sopravvissuti all’Olocausto scappando dall’Ucraina durante la Seconda Guerra Mondiale. Tutte affermazioni prive di riscontro, secondo quanto sostenuto da esperti di genealogia. Inoltre, non è mai stata confermata la presenza della madre del deputato al World Trade Center il 11 settembre 2001.
Affari poco chiari
Sembra che i problemi legali non abbiano risparmiato nemmeno l’attività economica di Santos. La Harbor City Capital, dove il parlamentare Gop avrebbe lavorato come consulente finanziario guadagnando fino al 26%, è stata accusata di truffe del valore di 17 milioni di dollari e la società ha congelato tutti i beni a sua disposizione.
Matrimonio mai registrato
Un altro punto oscuro riguarda il matrimonio da lui tanto decantato: nel registro ufficiale dello Stato di New York non compare nulla a riguardo, a eccezione di un divorzio avvenuto nel 2019. Inoltre, nel giorno del suo giuramento alla Camera dei Rappresentanti, non indossava nessuna fede al dito.
Reazioni politiche
Le reazioni politiche non sono mancate: i democratici hanno presentato un reclamo alla commissione etica della Camera; neppure lo Speaker Kevin McCarthy ha voluto esporsi sulle crescenti richieste di dimissioni del deputato newyorkese; mentre i congressisti D’Esposito, Langworthy e compagnia hanno scritto una lettera per chiedere le dimissioni. Nonostante tutto, McCarthy assicura che George Santos possiede tutti i diritti per prestare servizio in Congresso e che se emergeranno prove che abbia fatto qualcosa di illegale saranno prese le opportune misure.