Vent'anni dopo l'entrata in vigore della normativa sull'astensione dal fumo nei luoghi pubblici, i tabagisti aumentano di nuovo.

Compie 20 anni la legge n. 3 del 16 gennaio 2003 che ha introdotto in Italia il divieto di fumare nei locali chiusi aperti al pubblico. Una norma che, nonostante le forti resistenze iniziali, ha contribuito nel corso di due decenni a ridurre significativamente il numero di fumatori nel nostro Paese. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrata una tendenza opposta con una crescita della quota di fumatori nella popolazione con più di 15 anni dal 22% del 2020 al 24,2% del 2022.

A commentare questa situazione è l’ex ministro della Salute Girolamo Sirchia: «La legge 3/2003 è stata una grande battaglia che i cittadini hanno compreso e difeso dai continui attacchi delle multinazionali del fumo più di quanto abbia fatto la politica».

Secondo l’ex ministro servirebbe ora un impegno maggiore da parte delle istituzioni per contrastare l’uso dei nuovi prodotti come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, che vanno sempre più diffondendosi tra i giovani italiani: secondo i dati diffusi dall’Istituto superiore di sanità (Iss) nel 2022 la quota di italiani che fumano sigarette a tabacco riscaldato è cresciuta dall’1,1% nel 2019 al 3,3%, con più di una persona su tre (il 36,6%) che le considerano meno dannose delle sigarette tradizionali.

Gli effetti benefici della legge 3/2003 sul benessere della popolazione italiana sono evidenti: si stimano oltre 93.000 morti all’anno attribuibili al fumo con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro. Tra gli effetti positivi segnalati anche la riduzione degli eventi coronarici acuti registrata in Italia tra il 2004 e gli anni successivi all’introduzione della legge, e la diminuzione del 10/15% degli accessi al pronto soccorso e dei ricoveri dei pazienti asmaticici anche tra i più piccoli.

Per Sirchia un primo passaggio per confermare l’impegno nella lotta al fumo sarebbe quello di “allargare le norme sul divieto di fumo nell’ambiente anche a queste nuove forme”.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *